5 Febbraio 2024
I gruppi di autoconsumo collettivo
La normativa di riferimento
Lo scorso 24 gennaio è entrato in vigore il decreto che definisce criteri e modalità per la concessione dei contributi PNRR a sostegno, di AUC e CER. Il Decreto del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, si legge sul sito del GSE (Gestore Servizi Energetici), prevede l’erogazione di un contributo a fondo perduto nella misura massima del 40% delle spese ammissibili per le comunità realizzate nei comuni sotto i 5.000 abitanti. L’invio della richiesta di accesso al contributo in conto capitale, appartenente al PNRR, potrà essere effettuato dal beneficiario solo a seguito dell’apertura dello sportello di cui verrà dato avviso. Lo sportello sarà chiuso improrogabilmente il 31 marzo 2025, fatto salvo il preventivo esaurimento delle risorse disponibili pari a 2,2 miliardi euro di cui verrà fornita evidenza attraverso degli appositi contatori online e data notizia tramite pubblicazione sul sito del GSE. L’obiettivo è quello di realizzare una potenza complessiva di almeno 2 Gigawatt. Il contributo a fondo perduto potrà essere cumulato con la tariffa incentivante entro limiti definiti.
Durante il periodo in cui i decreti sono stati fermi a Bruxelles al vaglio della Commissione Europea, diversi condomìni si sono provvisti di impianti fotovoltaici, usufruendo del Super Bonus 110%, la misura di incentivazione edilizia introdotta il 19 maggio 2020 che prevedeva una serie di meccanismi d’agevolazione, come detrazioni e rimborsi per interventi di natura edilizia, con l’obiettivo d’ammodernare costruzioni e infrastrutture migliorandone l’efficienza energetica e al contempo di stimolare e risollevare il settore edile in crisi a causa della pandemia di COVID-19. Il MEF, Ministero dell’economia e delle finanze, ha deciso che non prorogherà una serie di incentivi legati al Super Bonus. Ma coloro i quali già in precedenza hanno approfittato del bonus, installando un impianto fotovoltaico, hanno percorso un primo passo verso l’efficientamento degli edifici condominiali, passaggio fondamentale per la costituzione di un AUC.
Gli impianti fotovoltaici nei gruppi condominiali
Costituire un gruppo condominiale in grado di produrre e autoconsumare energia prevede quindi diversi step. Il primo è sicuramente la progettazione ed installazione di un impianto fotovoltaico. Gli impianti che si possono realizzare su un condominio possono essere di tipo centralizzato o distribuito.
Un impianto fotovoltaico centralizzato prevede l’installazione di un unico impianto sul tetto condominiale. È il tipo di intervento maggiormente realizzato grazie agli incentivi del Super Bonus 110% e, generalmente, realizzato per ridurre le spese delle utenze comuni dei condòmini.
In caso invece di impianto fotovoltaico distribuito, l’impianto fotovoltaico è realizzato singolarmente da tutti i condomini, o anche solo da alcuni. Questa configurazione permette di prevedere nell’AUC come produttori i condòmini che hanno installato il singolo impianto e i restanti come puri consumatori. A questa soluzione si può comunque sommare l’impianto centralizzato.
La raccolta documentale
Il passo immediatamente successivo ed estremamente importante è la raccolta documentale per comprendere ed individuare chi saranno i soggetti appartenenti al gruppo AUC. Le tempistiche di questa fase possono variare a seconda delle tipologie abitative presenti, che possono andare privato all’attività commerciale, e dal numero di unità abitative. Oltre alle tipologie abitative c’è poi da tener in conto la diversa natura dei condòmini che possono essere affittuari, proprietari o, anche, comodatari, e di conseguenza è fondamentale individuare correttamente gli intestatari dei POD condominiali. Il POD, point of delivery o punto di fornitura, è il codice di 14 cifre riportato in bolletta, che identifica il punto della fornitura elettrica di un immobile. È proprio questo codice, e il rispettivo intestatario, che aderirà ad un AUC o ad una CER.
Il regolamento per la ripartizione dell’incentivo
Il terzo step è relativo alla redazione del regolamento per la ripartizione dell’incentivo, una scrittura privata che getta le basi dell’AUC e che determina la ripartizione dell’incentivo generato in comunità per tutti gli anni a venire. Gli incentivi possono essere distribuiti secondo un criterio scelto dalla comunità. Una prima topologia di ripartizione può essere in proporzioni variabili, per millesimi, per quote equidistribuite. La scelta è liberamente in capo alla comunità, ma, proprio in virtù di questo, redigere un regolamento chiaro e condiviso è un’operazione che necessita una fase di ascolto di tutte le istanze dei partecipanti. Oltre alla ripartizione degli incentivi all’interno del regolamento possono essere redatte anche le regole di ripartizione del RID generato dall’impianto centralizzato, e quindi non solo stabilire le linee guida per la ridistribuzione di incentivi, ma anche eventuali accumuli delle somme generate per far fronte a futuri investimenti per efficientare maggiormente il condominio. Ad esempio, investendo nell’installazione di una pompa di calore per ridurre maggiormente le spese condominiali.
Il regolamento è, quindi, un documento molto importante per la pianificazione dell’efficientamento energetico, ma anche per il raggiungimento dei target 2030, normati dalla Direttiva sull’efficienza energetica (EED), che prevedono l’obiettivo comunitario di ridurre consumi di energia di almeno l’11,7% entro il 2030. Come già accennato, i sistemi di comunità energetica prevedono un incentivo ventennale e gli appartenenti possono pensare di prevedere un percorso di efficientamento energetico diluito nel tempo. Questo percorso può partire con la realizzazione di un impianto fotovoltaico che, a fronte di consumi bassi condominiali, permette di avere una produzione energetica elevata da mettere in comunità e quindi generare sia ritiro dedicato, cioè la modalità semplificata a disposizione dei produttori per la commercializzazione dell’energia elettrica prodotta e immessa in rete, sia tariffa incentivante in relazione all’energia autoconsumata collettivamente. In questo modo il gruppo AUC può accumulare un credito da poter reinvestire, ad esempio, in pompe di colore o infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici.
Amministratore di condominio
Ma chi si occupa della gestione e del coordinamento di gruppo di autoconsumo? Per ogni AUC, così per ogni CER, sarà necessario individuare un soggetto referente che si occupi di coordinare le attività della comunità energetica. La figura che maggiormente si presta a questa funzione è l’amministratore di condominio, ma, in assenza di esso, anche uno dei produttori dell’AUC o il proprietario dell’immobile possono subentrare a tale ruolo. Sarà necessario effettuare un passaggio in assemblea condominiale per nominare il soggetto referente della configurazione.
Tempistiche
Per quanto riguarda le tempistiche di costituzione, la realizzazione di un AUC può variare a seconda della potenza dell’impianto fotovoltaico che verrà realizzato e al numero di condòmini coinvolti. Infatti, per impianti fino a 20 kW non c’è obbligo di apertura di officina elettrica, cioè un’officina di produzione di energia elettrica. Quindi già un condominio con una superficie importante, che prevede un impianto maggiore di 20 kW avrà delle tempistiche più lunghe nel costituirsi AUC poiché, oltre alle normali procedure di connessione dell’impianto fotovoltaico, dovrà anche fare denuncia di Officina Elettrica presso l’ufficio dell’Agenzia delle Dogane del territorio competente. In contemporanea all’installazione del o degli impianti fotovoltaici, sarà comunque possibile mettere in atto tutti gli step sopracitati che prevedono la raccolta documentale, la redazione del regolamento per la ripartizione dell’incentivo.
31 Gennaio 2023
Che cos’è l’autoconsumo diffuso?
Per autoconsumo diffuso si intende sostanzialmente la produzione e il consumo contemporaneo di energia all’interno della stessa cabina primaria.
Quando si parla di autoconsumo diffuso è importante specificare che un gruppo di autoconsumo è un insieme in cui i partecipanti sono clienti finali (consumatori): individui, famiglie, imprese, entità della PA, ecc. e l’energia oggetto di condivisione all’interno del gruppo è generata da uno o più impianti di produzione appartenenti ai consumatori o a terzi (in questo caso produttori non-consumatori, soggetti alle istruzioni del gruppo di autoconsumo).
AUTOCONSUMO DIFFUSO DA FONTI NON STRETTAMENTE RINNOVABILI
In particolare, sono definiti tre assetti per autoconsumatori da fonti non strettamente rinnovabili:
Le comunità energetiche dei cittadini (CEC), dove l’energia elettrica immessa ai fini della condivisione è prodotta da impianti di produzione ubicati nella stessa zona di mercato dei consumatori e l’esercizio dei poteri di controllo della configurazione non può essere esercitato da medie e grandi imprese.
I gruppi di clienti attivi che agiscono collettivamente, in cui gli autoconsumatori ammessi sono titolari di punti di connessione ubicati nel medesimo edificio o condominio e l’energia elettrica immessa ai fini della condivisione deve essere prodotta da impianti di produzione ubicati nell’area afferente al medesimo edificio o condominio o in altre aree ma nella piena disponibilità di uno o più dei clienti finali facenti parte della configurazione e comprese nella stessa zona di mercato.
Infine, il cliente attivo “a distanza” che utilizza la rete di distribuzione, in cui vi è un cliente finale che utilizza la rete di distribuzione e uno o più produttori, coincidenti con il cliente finale o con i terzi soggetti alle istruzioni del cliente attivo individuale “a distanza” che utilizza la rete di distribuzione. Possono essere presenti più unità di consumo e più impianti di produzione purché appartenenti alla stessa zona di mercato.
AUTOCONSUMO DIFFUSO DA FONTI RINNOVABILI
Il TIAD definisce quattro differenti configurazioni di autoconsumo diffuso da fonti rinnovabili:
le comunità energetiche rinnovabili (CER)che ricalcano i requisiti delle CEC salvo che l’energia deve essere prodotta da fonti rinnovabili e da impianti di produzione entrati in esercizio successivamente alla data di entrata in vigore del decreto legislativo 199/21 o impianti di produzione entrati in esercizio prima della predetta data purché la loro potenza nominale totale non superi il limite del 30% della potenza complessiva che fa capo alla comunità energetica rinnovabile. Le CER ammettono PMI in capo all’esercizio dei poteri di controllo della configurazione.
I gruppi di autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente, in cui gli autoconsumatori ammessi sono titolari di punti di connessione ubicati nel medesimo edificio o condominio e, l’energia elettrica immessa ai fini della condivisione deve essere prodotta da impianti di produzione rinnovabile ubicati nell’area afferente al medesimo edificio o condominio o, novità della deliberazione, anche in altre aree ma nella piena disponibilità di uno o più dei clienti finali facenti parte della configurazione e comprese nella stessa zona di mercato.
Il caso di autoconsumatore individuale di energia rinnovabile “a distanza” con linea diretta include un cliente finale, coincidente con l’autoconsumatore “a distanza”, e un produttore, coincidente con il cliente finale o con un soggetto terzo soggetto alle istruzioni dell’autoconsumatore. L’unità di consumo e l’impianto di produzione devono essere collegati con una linea elettrica diretta, di lunghezza non superiore a 10 km e essere ubicati in aree nella piena disponibilità dell’autoconsumatore.
Infine, l’autoconsumatore individuale di energia rinnovabile “a distanza” che utilizza la rete di distribuzione, in cui sono presenti un cliente finale e uno o più produttori, coincidenti con il cliente finale o con terzi soggetti alle istruzioni dell’autoconsumatore. L’energia elettrica immessa ai fini della condivisione deve essere prodotta da impianti di produzione ubicati nella stessa zona di mercato dove sono ubicate le unità di consumo.
28 Gennaio 2022
Smart meter: tutto quello da sapere sul contatore intelligente
È una tecnologia nuova, basata su due capisaldi:
La smart grid, letteralmente “la rete intelligente” che unisce alla rete elettrica lo scambio di informazioni in modo da automatizzare e ottimizzare il sistema elettrico.
E gli smart meter, cioè i contatori intelligenti che consentono misurazioni precise a distanza.
Ma andiamo a vedere più nel dettaglio i vari aspetti di questa nuova tecnologia.
Smart meter e smart grid
Quando si parla di smart metering, i vantaggi sono svariati:
Costi minori per le letture e per le operazioni di gestione contrattuali (attivazione, cambio operatore e così via) dato che possono essere svolte a distanza
Maggior frequenza delle letture e dei controlli che si effettuano senza bisogno che vi sia un operatore
Maggior consapevolezza dell’utente che si trasforma in maggior efficienza energetica ed uso oculato delle risorse, essendo che il consumatore è conscio dei propri consumi, conosce quanto consuma e quanto impatta sull’ambiente
Miglior gestione della rete tramite una più facile localizzazione delle perdite
Per energia e gas, competizione di mercato facilitata
Maggior attitudine al risparmio
Elemento cruciale è lo smart meter ovvero un contatore intelligente che consente una misurazione precisa del consumo di:
Elettricità
Gas
Acqua
Gli smart meter si inseriscono a loro volta nella smart grid e ne utilizzano la trasmissione di dati per inviare a distanza le misure fatte.Gli smart meter, infatti, rilevano le quantità di energia in entrata ed in uscita, ottimizzando le rilevazioni di dati e le comunicazioni agli utenti.
Il contatore intelligente
Lo smart meter è un contatore intelligente che registra in memoria l’ammontare di energia utilizzata settimanalmente e giornalmente. Memorizzati i dati, lo smart meter li trasmette tramite onde PLC (quantità di dati e informazioni inviate via onde per la rete elettrica) oppure tramite frequenze radio.
Le società di distribuzione ricevono i dati e, dopo averli controllati, li inoltrano alle società di vendita che possono a loro volta utilizzarli per stabilire bollette e offerte.
In poche parole, gli smart meter rilevano automaticamente i consumi e li trasmettono alle società di vendita (per tramite di quelle di distribuzione). Quest’ultime a loro volta li utilizzano per monitorare il mercato ed elaborare offerte.
Smart meter tra Italia ed Europa
Sorprendentemente, l’Italia è stato il primo paese in Europa ad effettuare l’installazione di contatori intelligenti e di una smart grid. Già nel 2001, le società di distribuzione dell’energia introdussero gli smart meter di I generazione proponendoli ai loro clienti.
Anticipando molti paesi europei, nel 2007 la delibera di ARERA ne ha imposto l’obbligo di diffusione, che è stata terminata nel 2011. A paragone, solo la Svezia ha fatto meglio (tenendo a mente le dovute differenze) creando una rete efficace nel periodo 2003-2009.
Per rendere un’idea della diffusione in Europa:
La Spagna ha completato la propria rete tra il 2011 e il 2018
L’Austria ha iniziato nel 2012 e prevede di terminarla entro il 2022
Il Regno Unito ha portato a termine la propria rete tra il 2012 e il 2020
La Francia ha finito i lavori tra il 2015 e il 2021
La Polonia ha iniziato nel 2012
La direttiva europea 2012/27 ha varato delle linee guida per una rete energetica più efficiente, spronando l’adesione a livello europeo, seppur con le dovute difficoltà.
Offerte e mercato
La diffusione degli smart meter ha permesso una lettura dei consumi più facile, con dati dell’uso capillare ed una rielaborazione delle offerte. Sono nate così diverse tipologie di offerte.
In generale, le offerte si strutturano:
Per fascia oraria: suddividono la giornata in più fasce oraria (monoraria, bioraria, F0 e così via) offrendo una personalizzazione sulla base della permanenza in casa;
A prezzi variabili: incentrate sulla flessibilità e pensate per un consumatore informato, in grado di prevedere e pianificare il proprio consumo per usufruire dei prezzi migliori;
A tariffe ridotte: basate su tariffe scontate per certe sequenze temporali come il fine–settimana o la notte
Esistono poi ulteriori variazioni in Europa: dalle offerte prepagate inglesi sino al mercato tutelato per le tariffe orarie come in Spagna.
La situazione in Italia
In seguito alla direttiva europea per l’efficienza energetica, l’Italia ha implementato la II Generazione (2G) di contatori. Secondo le previsioni, la rete dovrebbe venir rinnovata entro il 2024 con una sequela di interventi ultimatori fino al 2031.
I contatori di nuova generazione si prefiggono di:
Rilevare meglio i consumi
Diminuire i tempi di trasmissione dei dati ai venditori a 24 ore
Efficientare la lettura e la gestione dei consumi
Permettere la visualizzazione in tempo reale dei dati di consumo
Notificare le anomalie automaticamente
Essendo proprietà della società distributrice, gli smart meter vengono installati all’esterno per facilitare interventi tecnici. La loro installazione non può venire rifiutata proprio perché appartengono in ogni caso al distributore e vengono montati fuori dall’abitazione. I contatori sono installati anche all’interno degli edifici ma in tal caso è onere dell’utente far accedere il personale del distributore quando da quest’ultimo richiesto.
Vantaggi dello smart meter
Gli smart meter di nuova generazione rappresentano un miglioramento notevole rispetto ai loro vecchi omologhi. Infatti, garantiscono:
Prestazioni più alte
Maggior durata del dispositivo
Miglior integrazione dell’immobile nella smart grid
Inoltre, esistono tutta una serie di implicazioni relative al funzionamento dei contatori 2.0 e della relativa rete:
Prezzi flessibili: La rilevazione quotidiana e la comunicazione dei data sempre più frequentemente garantiscono prezzi flessibili fino a 6 fasce di prezzo. Ogni cliente potrà perciò personalizzare la propria fornitura sulla base del proprio profilo di consumo;
Rete stabile ed efficiente: La smart grid diventa sempre più estesa, intricata ed efficiente. Ciò fa sì che si crei una gestione sempre più precisa in grado di gestire i picchi di consumo e ripartire meglio i quantitativi di energia;
Bollette in linea coi consumi: Le continue rilevazioni e la trasmissione dei data, fanno sì che le bollette si basino sul consumo effettivo, anziché su stime e conguagli proni ad errori;
Interventi da remoto: Non sarà più necessario l’intervento del tecnico, poiché le operazioni di controllo e riparazione si potranno svolgere da remoto.
Monitoraggio continuo dei consumi e gestione precisa della fornitura: I contatori 2.0 offrono un monitoraggio giorno per giorno e un’interfaccia con società terze che permettono l’analisi dettagliata dei consumi. La precisione della rilevazione e della trasmissione consente a sua volta una gestione facilitata della fornitura in caso di trasloco, voltura o altro.
15 Ottobre 2021
Sistemi di monitoraggio & Comunità Energetiche
Come funziona un sistema di monitoraggio
I sistemi di monitoraggio sono strumenti tecnologici integrati all’interno dell’impianto energetico che permettono agli utenti di controllare il flusso energetico del proprio edificio.
Tra questi, si trovano gli strumenti tecnologici per il monitoraggio dei sistemi fotovoltaici, i quali:
sono basati su tecnologia IoT;
hanno una componente hardware e una componente software.
Grazie ad alcuni sensori posti vicino all’impianto, questi strumenti raccolgono informazioni di vario genere, le quali:
vengono trasmesse in rete tramite il Cloud;
sono rese visibili agli utenti in tempo reale o a intervalli temporali definiti, attraverso piattaforme digitali e App dedicate: le informazioni sono perciò visibili dall’utente su PC, tablet e smartphone.
All’interno delle piattaforme digitali e delle App sono visibili i dati aggregati riguardanti:
la produzione e il consumo dell’energia proveniente dall’impianto fotovoltaico;
le relative statistiche;
il funzionamento effettivo del proprio impianto.
Perché è importante monitorare l’impianto fotovoltaico
Gli impianti fotovoltaici producono energia da fonti rinnovabili e possono costituire la principale fonte energetica in un edificio residenziale o industriale. Per questo motivo è importante associare loro dei sistemi di monitoraggio che controllino il loro funzionamento, per verificare che non vi siano guasti o malfunzionamenti, ma soprattutto per permettere di avere un’assistenza veloce da parte del proprio installatore, anche da remoto, e una puntuale conoscenza di come e quando si consuma come utente energetico.
Il monitoraggio può, quindi, incentrarsi su diverse informazioni riguardanti:
le prestazioni dell’impianto fotovoltaico,
i problemi come guasti e malfunzionamenti,
il livello della produzione e del consumo di energia dell’impianto.
Conoscendo queste informazioni è possibile contribuire al mantenimento o incremento dell’efficienza dell’impianto e attuare una manutenzione continua del sistema.
I sistemi di monitoraggio nelle Comunità Energetiche
Effettuare il monitoraggio di un impianto fotovoltaico risulta ancora più importante se l’impianto è una fonte di energia che fa parte di una Comunità Energetica, il cui scopo principale è quello di condividere l’energia prodotta a livello locale all’interno della comunità in maniera ottimale: per fare ciò sono fondamentali i sistemi di monitoraggio (https://regalgrid.com/magazine/editoriale-energy-community/).
In questa situazione, le informazioni più interessanti riguardano:
i livelli di produzione e consumo di energia dei membri della comunità
l’eventuale energia in esubero e la conseguente necessità di condividerla
la necessità di accumulare o rilasciare l’energia all’interno dei sistemi di accumulo collegati all’impianto fotovoltaico
il funzionamento dall’impianto fotovoltaico e di altri impianti a esso collegati (es: sistemi di accumulo, pompe di calore).
Grazie alle informazioni dei sistemi di monitoraggio è possibile capire come poter gestire e distribuire in maniera ottimale l’energia che circola all’interno della comunità energetica e quindi ridurre gli sprechi energetici (https://regalgrid.com/magazine/risparmio-energetico-con-il-fotovoltaico/): non sprecando energia si ottengono benefici a livello economico e ambientale.
Bilanciamento energetico automatizzato
Attraverso l’uso dei sistemi di monitoraggio l’utente acquisisce esperienza in modo da poter effettuare azioni correttive di vario tipo per ridurre la spesa energetica, tra cui: interventi di efficienza energetica, ricontrattualizzazione delle forniture energetiche. Alcuni strumenti tecnologici sono poi in grado di effettuare azioni correttive e di bilanciamento del sistema elettrico in maniera autonoma e in tempo reale.
Tra questi strumenti si trova lo SNOCU, prodotto da Regalgrid Europe, che in maniera automatizzata:
controlla e gestisce l’energia prodotta e consumata dall’impianto fotovoltaico. Ad esempio, può attuare logiche di ottimizzazione dei flussi energetici ai fini della massimizzazione dell’autoconsumo (individuale e/o collettivo).
Monitora e gestisce i carichi dei diversi componenti dell’impianto ad esso collegati. Ad esempio, può ordinare l’accumulo di energia in caso di esubero nella produzione, oppure il rilascio della stessa nel caso in cui il sistema di accumulo sia pieno e un membro della comunità necessiti l’energia.
Queste funzioni diventano ancora più rilevanti all’interno delle Comunità Energetiche: in esse vi sono più utenti che devono sfruttare l’energia autoprodotta in modo ottimale da un punto di vista di efficienza energetica. Questo è possibile collegando uno SNOCU a ogni impianto elettrico per monitorare e gestire i carichi di ognuno. Infine, lo SNOCU è facilmente controllabile da remoto tramite App dedicata di Regalgrid, sia per utente che per installatore.
3 Aprile 2020
Generazione di energia con il fotovoltaico: autoconsumo o scambio sul posto?
Autoconsumo e scambio sul posto sono due concetti di cui si sente molto parlare nel mercato energetico. Si tratta infatti delle due principali modalità utilizzate al giorno d’oggi per consumare l’energia prodotta da un impianto fotovoltaico. Cosa significano questi termini? Quale dei due è più conveniente? E, soprattutto: in questo momento di profondo cambiamento del mercato dell’energia, sono ancora le uniche soluzioni? Cosa fare? La risposta più saggia è sempre: “dipende”.
Ma per capirne di più bisogna procedere per gradi. Dopo aver installato un impianto fotovoltaico, bisogna decidere come gestire l’energia che verrà prodotta dai vostri moduli.
Autoconsumo istantaneo
La possibilità più immediata è quella dell’autoconsumo istantaneo: consumare subito l’energia prodotta per sostentare la propria abitazione, il proprio immobile commerciale o stabilimento produttivo. Questa scelta è sicuramente un contributo sostanziale all’efficienza energetica. Con un impianto della potenza adeguata l’energia prodotta copre tutto o parte del fabbisogno energetico dell’immobile, perlomeno in periodi dell’anno soleggiati e durante il giorno.
Questa soluzione è quindi un buon metodo di consumo dell’energia per immobili attivi nelle ore diurne, che consumano energia proprio quando viene maggiormente prodotta. In questi casi l’autoconsumo istantaneo produce un effettivo risparmio in bolletta e una riduzione della propria impronta di carbonio.
Autoconsumo con l’ausilio dell’accumulo
Al consumo istantaneo dell’energia autoprodotta si lega il consumo differito, ossia l’autoconsumo agevolato dalla presenza di un sistema di accumulo. Questa seconda possibilità amplia lo spettro d’azione della prima: grazie a una batteria collegata all’impianto fotovoltaico, potrete autoconsumare l’energia verde che avete prodotto anche in fasce orarie in cui l’impianto è normalmente fermo, come di sera.
Questo tipo di gestione dell’energia è ideale per chi resta fuori casa tutto il giorno, e non ha ancora tutti elettrodomestici smart che possono essere avviati a distanza o programmati, ma anche per chi vive in zone non o poco servite dalla rete elettrica nazionale, come in alta montagna o nelle piccole isole.
Immissione in rete
Parallelamente il gestore della rete offre a chi ha un impianto fotovoltaico la possibilità di collegarsi alla rete nazionale e di immettere l’energia in eccesso secondo due meccanismi: lo scambio sul posto e il ritiro dedicato.
Scambio sul posto
Questo servizio viene definito dal Gestore come una particolare forma di autoconsumo perché idealmente corrisponde alla creazione di una batteria virtuale di energia. Nel concreto lo scambio sul posto è una compensazione tra energia immessa nella rete e quella prelevata. Quella prelevata viene normalmente pagata in bolletta, ma al momento della compensazione l’utente riceve un rimborso di quell’energia pari circa al 70% dell’importo, perché vengono esclusi gli oneri di sistema e le imposte. A questa si somma un corrispettivo per il quantitativo di energia immessa e non prelevata. Il contributo in conto scambio ha base semestrale e viene erogato attraverso acconto e conguaglio.
Il vantaggio di questa soluzione è quello di poter accedere all’energia necessaria al momento del bisogno con un prezzo finale agevolato. Certo, ci sono alcuni punti a sfavore del sistema: non si può gestire autonomamente l’energia, si è obbligati al pagamento bimestrale della bolletta e l’energia effettivamente consumata attraverso il prelievo dalla rete non è proveniente da fonti rinnovabili.
Ritiro dedicato
L’alternativa è il ritiro dedicato, cioè la vendita dei kW non autoconsumati al Gestore nazionale. Questo servizio è accessibile solo a chi non ha aderito allo scambio sul posto e che gode di incentivi che prevedono una Tariffa Omnicomprensiva (che comprende cioè anche il ricavo della vendita dell’energia oltre all’incentivo in sé). Chi sceglie quest’opzione può decidere il quantitativo di energia da destinare all’autoconsumo e quale alla vendita e potrà contare su prezzi minimi garantiti dal gestore, in relazione a fascia oraria e zona dell’impianto.
Questa scelta è consigliabile a chi produce più energia del fabbisogno di consumo del suo immobile.
La soluzione: l’autoconsumo collettivo e le Energy Community
Dal quadro delineato sino a qui risulta chiaro che l’autoconsumo con accumulo sia il modo migliore per abbattere le bollette e sfruttare energia pulita. Ma questo sistema purtroppo non garantisce l’autosufficienza poiché essendo basato “sull’ognun per sé” richiederebbe investimenti troppo elevati ai singoli.
La soluzione a questo problema si è affacciata anche in Italia, proprio da quest’anno: la condivisione di energia con altri utenti per l’autoconsumo istantaneo. Detto in altre parole il futuro è la creazione di reti di persone che si scambiano l’energia green a prezzi agevolati e concordati: le cosiddette Energy Community. Le Comunità Energetiche che stanno nascendo in Italia dal 1° marzo di quest’anno, avranno dei vincoli precisi dettati dalla normativa, ma, dopo un primo periodo di test e adattamento per gli utenti connessi alle reti di bassa tensione, con l’aumento degli utenti iscritti alle piattaforme che gestiscono gli scambi, diventeranno il nuovo modo di concepire il mercato energetico, probabilmente non solo nel settore residenziale e di bassa tensione.
Sicuramente per scegliere come gestire l’energia prodotta dal proprio impianto fotovoltaico, bisogna avere grande consapevolezza delle proprie abitudini di consumo e del proprio profilo energetico. Bisogna ascoltarsi, conoscersi e agire poi di conseguenza.
23 Marzo 2020
Monitoraggio dei consumi e della generazione di energia
Il miglior risparmio energetico che si possa attuare è evitare lo spreco di energia: una lotta che concorre attivamente alla riduzione dei consumi e delle bollette.
Una maggiore soglia di attenzione permette di ridurre gli sprechi di cui si è consapevoli, ma che vengono prodotti da comportamenti poco attenti, come ad esempio lasciare la luce accesa in una stanza dopo esserne usciti.
Ma la vera sfida nella lotta allo spreco energetico è quella di identificare lo sperpero inconsapevole e invisibile agli occhi. Un primo passo è attuare una serie di piccoli comportamenti virtuosi, come ad esempio dotarvi di prese multiple con interruttore da spegnere alla sera. In questo modo sarete sicuri di ridurre lo spreco di energia.
Ma quanta energia avete salvato? Potreste fare di più? Per rispondere a queste domande c’è una sola soluzione: monitorare i vostri consumi energetici.
Monitoraggio dei consumi domestici
Il monitoraggio dei consumi non ha bisogno di fare affidamento sul buon senso o sulla vostra percezione dei consumi. Il monitoraggio si affida a dati certi. Monitorare i consumi significa infatti rilevare i flussi di energia che passano per il vostro contatore, trasformarli in dati digitali e inviarli a una piattaforma, come quella Regalgrid®, che li elabora e li restituisce in tempo reale.
Ma come si fa a monitorare? Con un misuratore, chiamato anche smart meter, che viene installato in prossimità del vostro contatore elettrico. Questo strumento, abbinato alla piattaforma di elaborazione dati e a una App sullo smartphone, vi permetterà di monitorare i consumi in tempo reale e di scoprire il vostro profilo energetico definito dalle vostre abitudini di consumo e dal vostro stile di vita.
Bisogna sottolineare che a questo punto i dati sono ancora aggregati. Cosa significa? Che vedrete il consumo totale in quel momento, non del singolo apparecchio elettrico.
È possibile identificare i consumi precisi di un singolo apparecchio? Certamente. Le control unit connesse a smart meter, come lo SNOCU Regalgrid con programma Consumer, permettono anche di collegare i singoli elettrodomestici smart e rilevarne i consumi individuali e in tempo reale. Per tutti gli elettrodomestici tradizionali invece potete ricorrere alle smart plug, le prese intelligenti che possono interfacciarsi via Wi-Fi con il sistema di monitoraggio e inviare i dati della singola presa.
In questo modo potrete monitorare i vostri consumi nel dettaglio e identificare gli apparecchi più energivori anche nelle fasi di stand-by e decidere in quali fasce orarie spegnerli, o quando è arrivato il momento di sostituirli.
Ma lo SNOCU di Regalgrid non solo permetterà di monitorare i consumi e ridurre i costi, ma vi darà la possibilità di decidere, anche in un secondo momento, se entrare a far parte di un’Energy Community.
Monitoraggio dell’impianto fotovoltaico
Se avete installato un impianto fotovoltaico, avete una ragione in più per decidere di monitorare i vostri consumi energetici.
Lo smart meter, o meglio lo SNOCU con programma Monitor, vi permetterà non solo di monitorare i consumi dell’abitazione, ma anche di monitorare il rendimento del vostro impianto fotovoltaico, in modo da operare un efficientamento energetico, cioè un miglioramento dell’efficienza dei vostri consumi energetici che abbassa i costi in bolletta.
A maggior ragione, se siete proprietari di un impianto, potete considerare l’idea di far parte di un’Energy Community e condividere l’energia green che non consumate con altri prosumer e consumer. Lo SNOCU, infatti, vi dà la possibilità di creare la vostra smart community o di aggregarvi a una già esistente semplicemente caricando il programma Multi di Regalgrid.
Monitoraggio e controllo del sistema di accumulo per fotovoltaico
Nel caso il vostro impianto fosse dotato anche di una batteria di accumulo, vi siete guadagnati il titolo di “proconstomer”: produttori, accumulatori e consumatori di energia proveniente da FER. Quindi sapete già che per voi monitorare i consumi è fondamentale.
Oltre a monitorare i vostri consumi e la produzione dell’impianto, potrete monitorare le performance della batteria, ed esercitare un controllo attivo sulla sua attività. Questo vi permetterà di decidere quando attivare l’attività di accumulo, utilizzare l’energia accumulata e condividerla con gli altri membri della vostra Energy Community.
Una soluzione di monitoraggio e controllo attivo come lo SNOCU con programma Storage abbinato alla piattaforma Regalgrid ® permette delle azioni specifiche che incrementano l’efficienza della batteria, come:
Programmare e ottimizzare i processi di carica e scarica per garantire la disponibilità di energia anche in caso di picchi di carico (funzione Power Booster);
spegnere la batteria e utilizzare l’energia prodotta direttamente dall’impianto;
disconnettere batteria e inverter quando non è necessario che siano attivi, come durante un periodo di vacanza o di notte, o anche in occasione di eventi atmosferici potenzialmente dannosi come un temporale;
impostare una manutenzione automatica e intelligente del sistema di accumulo.
Monitoraggio per le imprese
La necessità di monitoraggio è ancora più intrinseca nel caso di un’impresa che deve ridurre i consumi per migliorare il suo margine di profitto abbattendo i costi fissi.
Un sistema di monitoraggio in ambito aziendale permette di:
valutare l’efficienza di tutte le componenti
ottimizzare i processi produttivi
ridurre i costi di manutenzione
abbassare le bollette
Inoltre è possibile controllare più edifici adiacenti o asset specifici con la creazione di una rete di monitoraggio in cui ogni risorsa prevede un suo misuratore dedicato (SNOCU slave), e un gateway master, lo SNOCU con programma Multi, che funge da hub principale verso la piattaforma Regalgrid®.
Questo sistema prevede tutte le funzioni illustrate nei punti precedenti ed è fondamentale per un condominio o un’azienda che desidera evitare sprechi, prevenire malfunzionamenti grazie a una manutenzione intelligente, rilevare errori o anomalie e correggerli in tempo reale. Un network a livelli come questo è perfetto anche per condomini che installano un impianto fotovoltaico e vogliono monitorare i consumi per ogni unità abitativa.
Monitoraggio per la Pubblica Amministrazione
È possibile integrare questo sistema di monitoraggio a livelli anche nel caso di una Pubblica Amministrazione con kit così composto:
uno SNOCU con programma Multi che funga da master, monitori il sistema e raccolga i dati aggregati;
più SNOCU dedicati, ciascuno per ogni singolo asset, che nelle PA possono essere edifici pubblici, impianti fotovoltaici, illuminazione pubblica, punti di ricarica di veicoli elettrici e gestione termica degli edifici. Questi SNOCU slave raccolgono dati dettagliati, li inviano alla piattaforma Regalgrid® attraverso lo SNOCU master, e permettono un controllo attivo sul singolo asset.