L’artigiano è simbolo del tessuto imprenditoriale italiano e può diventare promotore dello scambio energetico limitrofo in un contesto di autoconsumo collettivo.
Essere artigiani al giorno d’oggi è una sfida che si può affrontare da più fronti. Che siate titolari di uno studio di grafica o di un autolavaggio, oppure tatuatori, restauratori, estetisti, o svolgiate una delle molte altre professioni comprese nel registro delle imprese artigiane, la vostra sfida abbraccia anche una sfera a cui forse finora non avete pensato: quella energetica e, nello specifico, quella delle energy community.
Certo, probabilmente non sarà il vostro primo pensiero in questo periodo di profondo cambiamento. Sicuramente tutte le imprese artigiane, in particolar modo quelle che necessitano di un’apertura al pubblico, in questi mesi stanno cercando di rendere le nuove norme sanitarie parte della quotidianità, in modo puntuale ma non invadente. Distanziamento tra i dipendenti, misure di protezione personale, barriere alle casse, amministrazioni e front-office, percorsi di entrata e di uscita: questa è diventata la conditio sine qua non per poter tenere aperta la propria attività dal confinamento per il coronavirus in poi.
Una sfida condivisa da tutte le aziende è anche quella economica: come rientrare degli incassi mancati del primo semestre del 2020? Anche per chi ha continuato a lavorare durante la quarantena, a eccezione della filiera sanitaria, i profitti sono stati brutalmente ridotti da un implacabile effetto domino che ha coinvolto in modo trasversale tutto il mercato. C’è chi non vende e chi non viene pagato. Ancora più di prima. E questo è un nodo difficile da sciogliere, anche se nulla è impossibile. Ma in questo caso trovare la giusta strada richiede il raggiungimento di un delicato equilibrio tra entrate e uscite. Un equilibrio minato dalla ghigliottina dei costi fissi.
Ma perché ne parliamo qui? Perché l’energia è un costo fisso, sebbene abbia anche una componente variabile a seconda del tipo di attività. L’artigianato, cuore pulsante del nostro tessuto imprenditoriale, diventa quindi un elemento fondamentale anche della rivoluzione energetica. Come? La risposta è lapalissiana: la potete leggere nel titolo.
Ma andiamo per passi.
Perché il fotovoltaico per gli artigiani?
La vera domanda è: perché no? I vantaggi sono visibili a 360°, dal risparmio economico, al contributo positivo per l’ambiente.
Riduzione dell’impatto ambientale
L’aspetto più evidente è proprio la riduzione dell’impatto ambientale della vostra attività, che vi permetterà anche di contribuire al raggiungimento degli obiettivi nazionali in tema di consumo di energia da fonti rinnovabili, dando il buon esempio alle altre imprese nel vostro contesto territoriale, ma anche ai vostri dipendenti e clienti. La scelta del passaggio alle FER, infatti, è sempre più apprezzata per l’aumento della sensibilità a tema ambientale e questo comporta un ritorno d’immagine positivo per il vostro business.
Agevolazioni statali per le PMI
Un altro aspetto focale e intuitivo riguarda il risparmio economico: il fotovoltaico è conveniente in primis grazie alle agevolazioni disposte per le imprese. Le attuali normative favoriscono l’installazione di impianti fotovoltaici in modo deciso, per promuovere la ripartenza e un approccio più sostenibile ai consumi allineato al Piano Nazionale Energia e Clima (PNIEC) e al Clean Energy Package europeo. Potrete quindi beneficiare di incentivi che ridurranno il carico della spesa iniziale, dal credito d’imposta al 6%, utilizzabile in compensazione nell’arco di 5 anni, alla “Nuova Disciplina Beni Strumentali“, anche nota come Nuova Sabatini, il contributo sui finanziamenti per l’acquisto di nuovi macchinari, impianti e attrezzature per le piccole e medie imprese, tra cui rientrano anche gli impianti fotovoltaici.
Riduzione della bolletta
Come dicevamo l’energia è una spesa fissa per un’impresa: passare al fotovoltaico significa produrre l’energia che si consuma arrivando a una quota di autoconsumo anche pari al 60%, con l’ausilio di sistemi di accumulo; potrete così tagliare l’importo in bolletta grazie alla riduzione sostanziale del costo dell’energia, che per le micro-imprese italiane è drasticamente alto in confronto alle piccole, medie e grandi imprese, ma anche rispetto agli standard europei.
Questo vantaggio è il più immediato e visibile, sebbene in un primo momento compenserà la spesa dell’impianto.
Valorizzazione dell’energia in eccesso
Dobbiamo poi considerare l’energia non consumata che viene valorizzata dai servizi del GSE come lo Scambio sul Posto, per impianti di potenza inferiore a 500kW.
Ma, in merito all’energia non autoconsumata istantaneamente, la soluzione accessibile a tutti gli artigiani allacciati alla Bassa Tensione è un’altra, quella di cui siamo fieri promotori perché costituisce il futuro del settore energetico: le energy community.
Perché gli artigiani dovrebbero far parte di una energy community?
Perché le energy community sono l’emblema della sostenibilità, quella vera e completa, ossia ambientale, sociale ed economica, che porta vantaggio a tutte le parti coinvolte. In altre parole, far parte di una comunità energetica, insieme a utenze residenziali e altre commerciali, amplifica i benefici che abbiamo visto poco sopra. La partecipazione a una comunità attraverso lo SNOCU permette anche una profonda conoscenza dei vostri consumi e abitudini, il cosiddetto profilo energetico che va a bilanciarsi con quello degli altri membri grazie all’algoritmo della piattaforma Regalgrid. Nello specifico caso degli artigiani, essere produttori, consumatori e accumulatori di energia pulita all’interno di una Energy Community – figure che noi chiamiamo proconstomer – significa assumere un ruolo molto completo che aiuta l’equilibrio della comunità, dandovi comunque e sempre la possibilità di ridurre i costi fissi dell’energia e decurtare ancor di più la vostra bolletta, ma anche ridurre gli sprechi dovuti al trasporto energetico, mantenendo l’energia all’interno dei confini della stessa cabina di trasformazione MT/BT.
Senza contare che questa nuova forma di autoconsumo collettivo e distribuito è un modello energetico decentralizzato che sostiene la rete di utenze collegate tra loro anche in caso di crisi energetiche.
Sicuramente i vantaggi per un artigiano sono, per molti versi e sommi capi, molto simili a quelli delle utenze domestiche, ma c’è sicuramente una differenza sostanziale. Gli artigiani sono dei punti sinergici di connessione nella società, hanno reti di contatti molto vaste e sono una di quelle categorie a cui le persone si affidano per essere guidate e consigliate. Gli artigiani hanno quindi quella forza necessaria per diventare promotori di questa rivoluzione energetica, semplicemente raccontando alle persone dei benefici che a tutti gli effetti ottengono grazie all’energia pulita condivisa grazie alle energy community. La rivoluzione dell’energia digitale e condivisa è qui: non serve gridarlo dai tetti, ma dalla porta della vostra bottega.
L'OPINIONE DI REGALGRID
L’artigiano è per definizione una persona che sa fare, concreta e che va spesso al dunque della situazione prima di altri. Infatti è tra le categorie che si sta muovendo prima per capire e utilizzare gli strumenti e gli incentivi a disposizione. Nel panorama energetico le opportunità sono ora davvero tantissime, sicuramente più che in ogni altro periodo passato. L’artigiano ha inoltre normalmente un baricentro operativo molto ben definito all’interno del quale le sue conoscenze e i rapporti sono ben noti, profondi e sistematicamente controllati: per lui la comunità locale è una cosa vera, tangibile e non astratta. Tutto ciò fa dell’artigiano un vero protagonista della nuova era basata sulle Comunità Energetiche. Comunità Energetica non vuol dire “solo” sostegno dell’ambiente, maggior utilizzo di fonti rinnovabili e minori emissioni di anidride carbonica, vuol dire orchestrare i componenti di una comunità locale ottimizzando i flussi energetici grazie agli algoritmi di Regalgrid e creare maggior risparmio e valore per tutti i componenti. Un artigiano che ha a disposizione un tetto del proprio laboratorio o capannone può diventare il baricentro di una nuova comunità energetica e fornire da lì energia eccedente i propri autoconsumi individuali ai suoi vicini: il ritorno di investimento così migliora notevolmente perché si basa ora sull’autoconsumo collettivo!