Comunità contro la povertà

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Le comunità energetiche rinnovabili come strumento per aiutare le persone colpite dalla povertà energetica. Sono almeno 4 milioni oggi le famiglie in condizioni di povertà energetica. Fenomeno in crescita che coinvolge 9 milioni di cittadini e cittadine che non riescono a coprire in tutto o in parte i servizi energetici, quali il riscaldamento o il raffrescamento della propria abitazione.

Nella maggior parte dei casi sono famiglie che, a causa delle precarie condizioni economiche, non dispongono o rinunciano all’utilizzo di elettrodomestici come lavastoviglie, lavatrice, asciugatrice, ecc. Si tratta di una condizione che rende inaccessibili le spese essenziali e l’accumulo di risparmio, con conseguenti preoccupazioni per il futuro.

 

Meridione colpito

Secondo uno studio della CGIA (Confederazione Generale Italiana degli Artigiani) ne è colpito soprattutto il Mezzogiorno, dove si registra una frequenza più elevata di casi di povertà energetica rispetto al resto del Paese che coinvolge tra il 24 e il 36% delle famiglie residenti nell’area. La Campania è tra le Regioni maggiormente colpite: le famiglie che utilizzano saltuariamente luce e gas oscillano tra le 519 mila e le 779 mila. A seguire, la Sicilia e la Calabria, dove le famiglie in condizioni di precarietà energetica oscillano rispettivamente tra 481 mila e 722 e tra 191 mila e 287 mila. Considerando che i numeri pre-pandemia parlavano di 2,2 milioni di famiglie, che la crisi energetica non accenna a diminuire e che tutte le previsioni stimano costi elevati del gas fossile da cui il nostro sistema energetico è fortemente dipendente, nei prossimi anni la povertà energetica rischia di estendersi ancora di più.

 

Comunità energetiche

Per uscire dalla situazione di povertà energetica il primo passo è quello di ridurre, non solo il fabbisogno ma anche, e soprattutto, il costo uscendo dalla forte dipendenza dalle fonti fossili, causa da anni delle bollette elevate, e lo spreco energetico, apportando accorgimenti alla vita di tutti i giorni. A tal proposito, un ruolo di assoluto riguardo lo svolgono le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), nuovi soggetti energetici di diritto privato che consentono la produzione e lo scambio di energia tra gli aderenti che, oltre a permettere di ridurre i costi in bolletta, a differenza degli altri sistemi incentivanti già messi in campo come bonus e taglio degli oneri, rendono i cittadini, e soprattutto i consumatori, partecipi e consapevoli.

 

Scelte innovative

Grazie agli incentivi previsti, le CER sono anche in grado di far fare scelte d’innovazione e responsabili, apportando benefici economici, sociali e ambientali strutturali per almeno vent’anni, combattendo giorno per giorno la lotta alla dipendenza da gas naturale, al cambiamento climatico, alla povertà energetica per chi desidera risparmiare in bolletta ed essere anche attento all’ambiente. A dimostrazione di questo enorme potenziale ci sono quelle già operative in Italia, come quella a San Giovanni a Teduccio, a Napoli, dove grazie a un impianto da 50 kWp circa 40 famiglie autoprodurranno e condivideranno energia, in uno dei quartieri tra i più problematici sotto il profilo sociale del Capoluogo campano.

Oppure la comunità Residence Cicogna che è stata creata sottoforma di autoconsumo collettivo in un condominio della provincia di Treviso, il cui intervento è stato realizzato dall’azienda Crema Costruzioni, usando la tecnologia Regalgrid® per il monitoraggio e l’ottimizzazione dei flussi energetici.

I vantaggi sono così evidenti che tali esperienze si stanno diffondendo in Italia, come è già successo nel resto d’Europa e sono molto spesso legate alla volontà d’intervenire per aiutare le persone. Sono già molte le esperienze europee dove le pubbliche amministrazioni e le imprese “prestano” le loro coperture alle comunità energetiche vicine consentendo risparmi fino a un terzo dell’importo in bolletta, cosa che è estremamente importante per i soggetti più deboli.

 

Welfare energetico

Oltre a ciò, spesso il valore delle Comunità Energetiche Rinnovabili, soprattutto quando si tratta di povertà energetica, non è solo nella possibilità di ridurre i costi in bolletta, ma soprattutto nell’occasione di riscatto sociale che può generare il far parte di una comunità o di apportare il proprio contributo ad una comunità, proporzionalmente alle proprie possibilità. Si tratta, infatti, di realtà che si adattano a tutte le tipologie di territorio, dai piccoli comuni, alle grandi città e dalle aree periferiche ai centri urbani, anche storici, considerando il perimetro più ampio dato dalla cabina primaria con una capacità d’intervento e di penetrazione in grado di non lasciare indietro nessuno.

L'OPINIONE DI REGALGRID

L’enorme flessibilità dello strumento delle CER con la possibilità di coinvolgimento di soggetti diversi, quali cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni, enti del terzo settore, consente, anche grazie alle nuove tecnologie digitali, interventi puntuali su tessuti sociali complessi, dove sarà possibile immaginare sul medio-lungo periodo, provvedimenti di welfare energetico che vadano oltre ai bonus sociali quali quello elettrico e quello gas, con imprese, pubbliche amministrazioni ed enti del terzo settore, come diocesi, parrocchie, associazioni, che partecipano alla mitigazione della povertà energetica delle famiglie nel territorio circostante reinvestendo nel territorio e i suoi abitanti. Nel Regno Unito, da anni si utilizzano i proventi del fotovoltaico installato sui tetti per aumentare l’efficienza energetica degli appartamenti abitati da famiglie fragili sotto il profilo energetico. Sono anche strumenti come questi, insieme a politiche lungimiranti d’efficienza energetica, che permetteranno a famiglie ed imprese di abbattere costi e necessità, portando valore aggiunto e innovazione al territorio e al sistema Paese.