Energy community e Smart City per un mondo intelligente

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L’appellativo “smart” oggi sembra essere alla portata esclusiva di grandi centri urbani, fucine di innovazione e bacini di risorse che abilitino il cambiamento. Ma il primo passo per rendere intelligente una città è quello di abbracciare il nuovo modello delle energy community, e questo step è alla portata di qualsiasi centro urbano.

Da sempre centri propulsivi di innovazione e di scenari culturali evolutivi, anche oggi le città tornano al centro dell’attenzione, non solo nostra, perché parte di quel moto inarrestabile chiamato “smart”. Questa parola, però, non si deve legare al semplicistico concetto di furbizia, ma piuttosto a quello di consapevolezza: la tecnologia a servizio delle persone, in tutte le loro dimensioni, le deve portare a una consapevolezza in merito a parametri fondamentali della quotidianità per migliorare il loro stile di vita. Dai telefoni agli orologi, alle case, fino a contatori, reti e comunità energetiche intelligenti. Prossima tappa le città: le Smart City.

 

Le smart city, parte integrante degli obiettivi delle Nazioni Unite

Quando si parla di energia digitale, infatti, non si può che parlare anche dei centri urbani, culla in cui questa prospera: secondo i dati Eurostat accolgono infatti oltre il 75% della popolazione europea, e con essa i suoi consumi energetici e carbon footprint.

Se alziamo il punto di osservazione, abbracciando l’intero pianeta,, la percentuale si abbassa al 50%, ma i numeri sono destinati a crescere: secondo le Nazioni Unite, a livello mondiale oggi sono 3,5 miliardi le persone che vivono in città e cresceranno di almeno 10 punti percentuali entro il 2030. Le città, padrone del solo 3% della superficie terrestre, sono complessivamente responsabili di almeno il 60% del consumo energetico mondiale e del 75% delle emissioni di carbonio.

Alla luce di questi dati la naturale evoluzione delle città verso una loro dimensione intelligente annovera tra i suoi capisaldi, per forza di cose, un’attenzione cruciale alla sostenibilità ambientale, che viene esaltata dalla digital transformation per raggiungere l’obiettivo n°11 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite: “Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili”. In particolare due sotto-obiettivi ci stanno a cuore in questa sede:

  • potenziare un’urbanizzazione inclusiva e sostenibile e la capacità di pianificare e gestire in tutti i paesi un insediamento umano che sia partecipativo, integrato e sostenibile
  • ridurre l’impatto ambientale negativo pro-capite delle città, prestando particolare attenzione alla qualità dell’aria e alla gestione dei rifiuti urbani e di altri rifiuti

L’Agenda Urbana dell’Unione Europea, lanciata nel 2016 con il Patto di Amsterdam, segue le indicazioni delle Nazioni Unite e si innesta in un percorso di crescita di cui fa parte anche il Clean Energy Package.

Le smart city, essendo a servizio delle persone che ci vivono, devono quindi avere questa missione, che convive e si lega indissolubilmente con altre sfere caratteristiche delle città del futuro.

 

Le dimensioni delle smart city

Come per tutte le altre realtà intelligenti, anche le smart city sono ben più dell’integrazione tecnologica nella vita quotidiana.

Secondo l’UE, una smart city deve avere lo scopo di dare maggior consapevolezza per migliorare diverse dimensioni della vita dei suoi cittadini, a partire dalla loro partecipazione alla vita pubblica e dai servizi che la PA deve offrire loro: in una città intelligente le persone sono al centro del pensiero collettivo, e vanno coinvolte nel processo decisionale e di crescita, in un’ottica di inclusività e politica partecipata. Il web e il digitale, più in generale, hanno infatti permesso proprio la proliferazione di idee nate in luoghi virtuali di condivisione, con una forza propositiva dal basso. L’Amministrazione deve rispondere a questi smart citizen con altrettanta energia, e volontà di riformare la burocrazia locale. Allo stesso modo anche le imprese devono essere promosse e messe in luce dalle nuove tecnologie, in un’ottica di economia partecipataaumento della produttività e dell’occupazione.

La tensione delle smart city verso il benessere dei cittadini deve riguardare i servizi per la salute e l’istruzione, aspetti chiave della vita quotidiana, che hanno prospettive di miglioramento tecnologico notevoli, come abbiamo potuto constatare già durante il periodo di lockdown, per esempio nella forma della didattica a distanza. Non bisogna poi tralasciare il focus della sicurezza: l’innovazione può portare a sistemi di controllo e avviso istantaneo che combattano in modo più efficace la criminalità e rendano più sicuri spazi pubblici donando nuova vita e nuovi scopi a queste aree.

Ma entriamo nel cuore di ciò che smart city significa, e che tocca corde a noi vicine.

Una smart city si concentra su interventi di mobilità intelligente: dalla sharing mobility, alla slow mobility, che prevede di ripensare i flussi di traffico cittadino per agevolare lo spostamento in bicicletta o a piedi, fino alla e-mobility, ossia mezzi di trasporto pubblici elettrici, alimentati con impianti fotovoltaici, ma anche sistemi di smart parking, che agevolano il traffico, ottimizzando i tempi medi di ricerca del parcheggio. Tutte soluzioni, queste, che diminuiscono l’impatto ambientale della città, aumentano il risparmio energetico e diminuiscono i costi nel lungo termine.

Ultima, ma sicuramente per noi la più importante è la dimensione dello smart environment, che comprende tutte quelle soluzioni messe in campo per tagliare drasticamente gli sprechi energetici e la produzione di gas serra e rifiuti. Lo sviluppo ambientale sostenibile si basa su concetti a noi cari: riqualificazione energeticaefficientamento e smart e digital energy.

 

Le energy community come propulsione verso le smart city

Questo aspetto delle città intelligenti implica la creazione di una rete intelligente tra edifici intelligenti che possono ottimizzare i loro consumi: in poche parole una smart grid che serva il nuovo modello di energia decentralizzato, locale e collettivo, che si manifesta nella forma di energy community. L’aspetto fondamentale da sottolineare è che non solo città evolute come MilanoFirenze o Bologna, podio della classifica ICity Rank del 2019 delle smart city italiane, possono integrare le energy community per aumentare il loro livello di sostenibilità.

Ma la rivoluzione della digital energy può partire anche dai piccoli centri urbani. Le comunità energetiche possono prosperare già oggi in città di qualsiasi dimensione, per agevolare la vita delle persone, rendendole consapevoli dei loro consumi energetici, e permettendo loro di ottimizzarli attraverso la condivisione. La dimensione e la concentrazione non incidono sulla predisposizione naturale dei centri urbani alla condivisione di energia. È nelle città che si trova una vasta varietà di profili energetici, che, combinati in modo intelligente come possono fare gli algoritmi di Regalgrid, creano la perfetta comunità energetica. Le vere discriminanti per partire con una energy community sin da ora sono infatti le singole unità abitative, alimentate dalla stessa cabina di trasformazione da media a bassa tensione e la volontà di far parte dell’energia del futuro. Lo SNOCU di Regalgrid permetterà a chiunque di generare il cambiamento, che siate artigiani commercianti, PA, o semplici privati, che abbiate un impianto fotovoltaico, o un sistema di accumulo o siate semplici consumer. E questa rivoluzione del settore energetico è un primo passo, fondamentale, verso l’innovazione più ampia tipica di una smart city.

L'OPINIONE DI REGALGRID

Le tecnologie per trasformare una città in smart esistono già, ma servono coraggio, iniziativa e spirito intraprendente. Da parte di chi? Di tutti quelli che vogliono veder realizzata questa transizione possibile, in primis gli amministratori pubblici. Regalgrid ha messo a punto dei pacchetti software e kit destinati esplicitamente alle PA, di cui alcuni comuni italiani stanno già sperimentando i vantaggi.

Ecco alcuni esempi: si può cominciare a comprendere in tempo reale quanti e quali consumi stanno avvenendo negli edifici della pubbliche amministrazioni; poi si possono capire i dimensionamenti ideali per le installazioni fotovoltaiche per ottenere il massimo dell’autoconsumo, magari abbinati ad alcuni piccoli accumuli delocalizzati e orchestrati in condivisione dalla piattaforma digitale di Regalgrid, oppure cedere l’energia generata da alcune tettoie alla scuola vicina o alle colonnine di ricarica dei veicoli elettrici comunali.

Insomma un molteplicità di bellissime soluzioni cominciano ad essere realizzate dai comuni italiani grazie alla tecnologia Regalgrid. E questo è solo l’inizio: ovviamente le soluzioni Regalgrid sono utilizzate anche dai privati e dalle aziende. Il concetto di comunità energetica infatti è così forte, resiliente ed inclusivo che può partire dalle pubbliche amministrazioni e coinvolgere siti limitrofi appartenenti a privati o società oppure viceversa. Da un punto di vista tecnico è assolutamente possibile, e Regalgrid ne è testimone. L’autoconsumo collettivo è un bene che all’interno di una smart city non può che crescere.