L’indipendenza energetica sembrava un concetto utopistico per molti. Ma se vista dalla corretta prospettiva è una realtà possibile: è la diretta conseguenza dell’aggregazione virtuale dei proprietari di impianti fotovoltaici e di sistemi di accumulo e di semplici consumatori in Energy Community per l’autoconsumo collettivo.
L’indipendenza energetica è possibile, ma non nel modo in cui avete pensato finora. Per riuscire a spiccare il volo e diventare protagonisti nel campo energetico bisogna cambiare punto di osservazione della questione.
In origine, il concetto di indipendenza era visto come la totale assenza di collegamento alla rete, come nei casi degli impianti off-grid (chiamati anche stand alone) che si trovano in alta montagna o in zone poco servite dalla rete nazionale. Ma questa visione dell’autonomia energetica è limitata e ormai superata. Esiste un nuovo modo di vedere l’indipendenza energetica.
Cos’è l’indipendenza energetica oggi?
Per indipendenza energetica si intende quindi la completa autonomia dalla rete pubblica, che si basa sul modello energetico “grande e concentrato”. Secondo questo modello la generazione di energia elettrica è centralizzata e si basa in larga parte sulla trasformazione di combustibili fossili e idrocarburi in energia elettrica presso grandi centrali elettriche. Da lì l’energia viene trasmessa a cascata, prima in alta tensione, poi in media tensione, fino alle reti di distribuzione in bassa tensione, con un processo che comporta grande dispendio e spreco.
L’autonomia da questo modello va quindi intesa come una capacità di autosostenersi a livello energetico con una produzione domestica, o meglio locale, di elettricità e calore. Per raggiungere una completa indipendenza ci sono diversi passi da seguire: capire quanta energia è necessario produrre, riuscire a produrla interamente senza appoggiarsi al gestore nazionale e avere la possibilità di usufruirne al bisogno.
In questa corsa verso l’indipendenza bisogna innanzitutto essere consapevoli che non esistono trucchi o strattagemmi per ridurre le bollette, ma un approccio metodico di lotta allo spreco energetico che parte dalla valutazione dei propri stili di consumo energetico. Un’altra riflessione importante è che non è possibile farcela da soli, perché anche in questo caso è vero il motto “l’unione fa la forza”. Questo approccio rende evidente come la soluzione non sia assolutamente tagliare il collegamento con la rete pubblica, ma usarla con logiche diverse e trovare un nuovo modo per sfruttare le risorse che abbiamo per essere indipendenti.
Ma procediamo per punti.
L’indipendenza energetica è fatta di piccole azioni
Il cambiamento può partire da piccoli gesti quotidiani che contribuiscono all’efficienza energetica della nostra abitazione. Essere indipendenti infatti vuol dire innanzitutto essere consapevoli delle nostre abitudini di consumo e avere così la possibilità di correggere comportamenti sbagliati ed eliminare gli sprechi. La seconda fase per aumentare l’efficienza è monitorare i consumi domestici per capire quando e per quanto tempo spegnere certi apparecchi e quando sostituire un elettrodomestico perché spreca troppa energia. A tale scopo possono essere d’aiuto le soluzioni smart della domotica, come le smart plug, che abbinate a uno SNOCU con programma Consumer ci aiuteranno a delineare il nostro profilo energetico.
Questo approccio ci aiuterà a ridurre la quantità di energia da produrre.
Un altro elemento fondamentale per migliorare il nostro risparmio energetico è l’isolamento termico della vostra casa: una casa ben isolata ci aiuta a combattere lo spreco di energia. A questo tipo di interventi si unisce la possibilità di mettere in dialogo la piattaforma Regalgrid® con termostati, pompe di calore e caldaie di ultima generazione per migliorare l’efficienza del sistema.
Come produrre l’energia necessaria all’autonomia energetica
L’unica soluzione che vi permette di raggiungere un’indipendenza energetica individuale è installare un impianto fotovoltaico. La misurazione e il monitoraggio dei nostri consumi ci è molto d’aiuto per definire la soluzione più adatta alle nostre esigenze anche in termini di dimensionamento dell’impianto.
Tenete conto che un impianto senza batteria permette un’autonomia del 35% circa, mentre l’accumulo permetterà di balzare a un autoconsumo del 65%, fino al 75% del fabbisogno nelle ipotesi migliori, a seconda della dimensione dei pannelli e della capacità di accumulo. Questa soluzione è la stima più ottimistica ad oggi per un’indipendenza energetica che si basi solo sull’autoconsumo individuale, sia istantaneo che differito.
Come raggiungere la completa indipendenza energetica
Ad oggi la soluzione per essere completamente indipendenti è rintracciabile pensando fuori dagli schemi o dai luoghi comuni, guardando a un futuro più sostenibile per tutti.
Non è fattibile comprare una batteria personale talmente grande da coprire l’intero fabbisogno energetico del nucleo abitativo, non sarebbe conveniente né in termini economici che di spazio. Ma si può cominciare a vedere le tante piccole batterie dei privati, o aziende o Pubbliche Amministrazioni, così come i loro impianti fotovoltaici, come un unico grande impianto decentralizzato, anzi distribuito, collegato in una smart grid e in costante dialogo, grazie alla piattaforma Regalgrid®. Questa comunità energetica ci permetterà di condividere l’energia in eccesso con tutti gli altri membri che ne avranno bisogno in quel momento e di riceverne da loro quando ne servirà a noi. La profilazione dei nostri consumi svolta a monte aiuterà a ottimizzare i costi dell’energia che ci servirà dagli altri.
In questo modo l’autoconsumo passerà da individuale a collettivo e dovrete sempre meno dipendere dalla rete di media o alta tensione per le necessità di energia.
Bisogna quindi staccarsi dalla rete elettrica pubblica? Assolutamente no. Come dicevamo all’inizio di questo articolo, bisogna sfruttare al meglio gli strumenti a disposizione. Questa rivoluzionaria rete intelligente e distribuita è una rete virtuale che poggia sull’infrastruttura fisica della rete elettrica del Gestore. Il collegamento tramite la rete fisica diventa quindi il mezzo necessario per condividere la vostra energia.
La vera indipendenza non è quindi un’assenza di legami, ma una rete di connessioni ulteriori e vantaggiose per tutti.
Tutto ciò è realmente possibile? Da marzo 2020 sì, grazie al Decreto-legge Milleproroghe.
L'OPINIONE DI REGALGRID
La risposta alla desiderata indipendenza energetica c’è, sotto il nostro naso da sempre, basta gestire in modo efficace questa risorsa meravigliosa che è il sole. Infatti, con circa l’1% dell’energia trasmessa dal sole alla terra per irraggiamento, il genere umano potrebbe soddisfare tutti i propri fabbisogni energetici – esattamente come fanno tutte le altre forme di vita da sempre.
Ci sono però alcuni temi di natura tecnologica, politica, economica e sociale da considerare.
Il tema tecnologico comincia con le reti elettriche: abbiamo visto che la migrazione verso il “piccolo e distribuito”, sia per generazione che accumulo, dà moltissimi vantaggi a tutti. Ma la rete elettrica non è stata progettata e realizzata per questo modello energetico, anzi, era ed è concepita come una grande cascata dalle centrali fino alla rete di bassa tensione. Ci si sta quindi muovendo verso un utilizzo diverso dell’infrastruttura esistente. Al momento il Decreto Milleproroghe prevede una fase di test solo nella rete di bassa tensione e già in questa fase e parte della rete si possono cogliere mille opportunità. In futuro le concessioni si apriranno anche al resto della rete, ampliando anche la portata delle possibilità di innovazione.
Un altro punto focale è il tema tecnologico del bilanciamento tra domanda e risposta in aree locali. Questo bilanciamento necessita di gestione ed elaborazione in tempo reale di una mole gigantesca di dati relativi a tutte le utenze con diversi profili energetici, differenti necessità e diversi tipi di impianti fotovoltaici e/o di accumulo in dotazione. Questo è esattamente il campo dove Regalgrid opera e dove l’immissione di “intelligenza” rende davvero smart la grid. Grazie ai suoi SNOCU e agli algoritmi brevettati la piattaforma Regalgrid® svolge il compito davvero complesso di far dialogare inverter di diversi costruttori con accumuli distribuiti, pompe di calore e colonnine di ricarica elettrica, considerando le necessità di consumatori e prosumer dislocati diversamente nello spazio e nel tempo. Quindi la tecnologia è pronta e testata: è arrivato il momento di diffonderla.
In tal senso il tema diventa politico-amministrativo, nonché sociale. La normativa si sta muovendo nella direzione giusta, il Decreto Milleproroghe ne è un esempio lampante. La strada è ancora lunga ma è stata imboccata. Per questo alla normativa serve affiancare un misurino di promozione, la giusta dose di sensibilizzazione e una sostanziosa quantità di educazione collettiva a questa nuova configurazione dell’energia.
Per quanto riguarda il tema economico, il predominio dei combustibili fossili sta ormai vedendo all’orizzonte il suo tramonto, tant’è che le stesse compagnie produttive stanno investendo nel rinnovabile. Questo cambiamento è dovuto innanzitutto agli obiettivi in tema di sostenibilità delle Nazioni Unite. A questo però segue la consapevolezza sempre più forte che sale dal basso della necessità di questo cambiamento epocale nel mercato energetico: le Energy Community stesse non saranno solo un traguardo ma il punto di partenza di una nuova visione della sostenibilità energetica.