In un tempo dedicato alla ripartenza, ogni paese sta attivando dei piani d’azione per promuovere il rilancio dell’economia. In questo contesto, l’Italia continua a legare il destino dell’energia pulita a quello dell’efficienza energetica, come dimostra l’articolo 119 del Decreto Legge Rilancio.
Siamo entrati nella Fase 2, il post lock-down da coronavirus, ed è tempo di ripartire. Per questo non si può non parlare
del Decreto Rilancio e in particolar modo del Superbonus, il bonus relativo ad azioni di efficientamento
energetico e di adeguamento antisismico con detrazioni fiscali al 110%, che include alcune interessanti novità anche per
l’installazione di impianti fotovoltaici e colonnine di ricarica per auto elettriche.
Le agevolazioni sono previste dall’articolo 119 del Decreto di Rilancio, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 19 maggio e in fase
di conversione in legge entro il 18 luglio. Vediamo insieme cos’è il Superbonus e i suoi possibili vantaggi e limitazioni.
Cos’è il Superbonus 110
Il Superbonus è una manovra che prevede agevolazioni potenziate per alcuni investimenti, già inclusi in Ecobonus e
Sismabonus, sostenuti dal 1° luglio 2020 e il 31 dicembre 2021. L’incentivo permette, in sostanza, di ottenere una
detrazione fiscale del 110% sulle spese sostenute per i lavori, detrazione che viene restituita nell’arco di 5 anni
sull’IRPEF, oppure, come vedremo nel dettaglio più avanti, come sconto in fattura per alcuni interventi. I lavori, però, possono essere
agevolati solo in alcuni casi: un requisito fondamentale è il miglioramento di almeno due classi energetiche dell’edificio,
oppure, se la classe di partenza è già elevata, raggiungere la classe più alta in seguito all’intervento. Il risultato degli interventi verrà
poi certificato dall’A.P.E.
Ulteriore limite riguarda il tipo di abitazioni su cui vengono effettuati i lavori: non si può infatti richiedere l’agevolazione per
abitazioni unifamiliari “diverse da quella adibita ad abitazione personale”: in altre parole sì alle seconde case, a patto che non siano
villette singole.
L’obiettivo del Superbonus è quello di promuovere la ripartenza del settore edilizio e al tempo stesso aumentare il
livello di efficientamento energetico medio delle abitazioni residenziali italiane.
Ma questo incentivo è davvero vantaggioso? Quali sono le sue potenzialità? Per comprenderlo al meglio bisogna innanzitutto indagare quali
sono gli interventi compresi dalla manovra e con quali limitazioni.
Gli interventi chiave previsti dal Superbonus 110
I principali interventi agevolati sono opere importanti di efficientamento energetico e adeguamento antisismico che permettono un vero e
proprio salto di qualità alla vostra abitazione e prevedono:
- Isolamento termico
- Sostituzione dell’impianto termico
- Adeguamento antisismico
Vediamoli più nel dettaglio.
Isolamento termico
Gli interventi che riguardano l’isolamento termico si identificano con l’integrazione di una protezione isolante, il
cosiddetto cappotto, che, per essere incluso nelle agevolazioni, dovrà rivestire in seguito all’intervento una quota superiore
al 25% della superficie dell’edificio. La soglia di spesa massima agevolabile è di 60.000€ per unità abitativa.
Sostituzione dell’impianto termico
La sostituzione di un impianto termico, o più precisamente di climatizzazione invernale, può avvenire,
sia in edifici condivisi, come un condominio, sia in prime case singole. Nel primo caso la sostituzione
deve avvenire con un impianto centralizzato per il riscaldamento, il raffreddamento o la fornitura di acqua calda a condensazione,
con classe di efficienza A, a pompa di calore, inclusi impianti ibridi e geotermici, oppure a microgenerazione.
Se parliamo invece di un edificio unifamiliare, la sostituzione deve avvenire con un impianto a pompa di calore o a
microgenerazione alle stesse condizioni. In entrambe le casistiche, le pompe di calore possono essere abbinate a un impianto
fotovoltaico anche con accumulo. La spesa non può superare i 30.000€ per ogni unità immobiliare e comprende anche le
opere di smaltimento e bonifica.
Adeguamento antisismico
Gli interventi antisismici aumentati all’aliquota al 110% riguardano la messa in sicurezza locale di un
edificio nel caso di terremoto, come per esempio il rinforzo di pareti e solai o l’inserimento di tiranti. Gli interventi ammessi possono essere
attuati senza obbligatoriamente sostenere uno degli altri interventi maggiori. I limiti di spesa rimangono quelli del sismabonus tradizionale.
Gli interventi accessori del Superbonus: fotovoltaico, accumulo e ricarica auto elettriche
È fondamentale sapere quali sono le opere principali ammesse dal Superbonus, perché sono proprio quelle ad abilitare l’aliquota al 110% anche
per altri interventi, secondari per la manovra, ma di primaria importanza per l’indipendenza energetica: l’installazione di
un impianto fotovoltaico, con o senza sistema di accumulo, l’integrazione di una batteria di accumulo su un
impianto esistente o anche l’installazione di un punto di ricarica, la cosiddetta colonnina, per l’auto
elettrica.
Il limite di spesa per gli impianti fotovoltaici è di 48.000€, 2.400€ per ogni kW di potenza nominale installata, che scende a 1.600€ se
l’intervento avviene nell’ambito di ristrutturazione edilizia, nuova costruzione o ristrutturazione urbanistica; nel caso delle batterie di
accumulo il limite è di 1.000€ per ogni kWh di capacità.
Tra gli interventi trainanti vi consigliamo di abbinare il fotovoltaico all’installazione di una pompa di calore, metodo
di riscaldamento consolidato e funzionale che rappresenta l’opzione migliore per massimizzare i benefici dell’intervento, rispetto a caldaie o
soluzioni ibride meno efficienti. La pompa di calore idro o geotermica da sola può portarvi un risparmio sulla spesa di riscaldamento dal 50 al
70%, che può aumentare fino al 90% con l’aggiunta del fotovoltaico. In alternativa, il secondo intervento che vi consigliamo in ordine di
efficienza è il cappotto termico che da solo vi può portare a dimezzare la spesa di riscaldamento e, nel caso di edifici
con una classe energetica molto bassa, può garantire da solo la crescita delle due classi energetiche richieste.
Cosa significa concretamente il Superbonus per il fotovoltaico?
L’articolo 119 del Decreto Rilancio vi dà quindi la possibilità di installare pannelli fotovoltaici, accumulo e colonnina elettrica,
in pratica a costo zero.
Ma ci sono dei vincoli. Il primo è quello che vi abbiamo già illustrato, cioè il legame con un’opera maggiore di efficientamento
o rinforzo dell’edificio: questo vincolo si rivela positivo, perché vi permetterà di ridurre lo spreco energetico e ridurre i consumi, oltre che
a permettervi l’autoconsumo individuale di energia, non proveniente da fonti fossili.
La seconda condizione è l’impossibilità di cumulare la detrazione con altri incentivi pubblici o agevolazioni di qualsiasi
natura sia a livello regionale, nazionale ed europeo, compresi i fondi di garanzia e di rotazione e gli incentivi del meccanismo di scambio sul
posto.
Il terzo vincolo invece riguarda l’energia prodotta e non consumata in loco. La detrazione è subordinata alla cessione
obbligatoria di questo surplus al GSE. Rimangono irrisolti alcuni interrogativi in merito: per quanto tempo i
cittadini dovranno cedere l’esubero di energia prodotta? Questo tempo varia a seconda della scelta di detrazione o di sconto in fattura? È
previsto un contributo di compensazione? A quanto ammonta?
Il Decreto non esplicita gli effetti che questa manovra avrà per chi fa parte di una Energy Community e volesse installare
l’impianto sfruttando l’aliquota del 110%.
Come sfruttare l’incentivo: detrazione o sconto in fattura
Da un punto di vista economico il Superbonus è sicuramente accattivante, in particolar modo se decidete di approfittarne per installare
anche un impianto fotovoltaico, un sistema di accumulo o una colonnina per la ricarica. La prima possibilità è la già conosciuta
detrazione fiscale IRPEF, questa volta però con caratteristiche ancora più agevolanti rispetto al tradizionale Ecobonus:
l’aliquota risulta infatti più che raddoppiata e gli anni di erogazione dell’incentivo dimezzati.
Il Decreto introduce una seconda modalità che agevola non solo il settore edile ma anche quello fotovoltaico: stiamo parlando della
possibilità di ottenere lo sconto in fattura, con relativa cessione del credito. Anziché fare domanda per la detrazione
fiscale, è possibile richiedere lo sconto del Super Ecobonus direttamente alla ditta che svolge i lavori, che a sua volta potrà recuperarlo
sotto forma di credito d’imposta. La ditta potrà inoltre decidere di cedere il credito a banche e intermediari finanziari
per ottenere subito liquidità.
Lo sconto in fattura vi darà quindi un beneficio immediato, ma tenete presente che l’aliquota dell’agevolazione di cui
beneficerete scenderà al 100% in modo da garantire un vantaggio a tutte le parti coinvolte: voi di fatto non pagherete la
fattura, mentre l’azienda che ha svolto i lavori otterrà la liquidità da un istituto di credito che a sua volta otterrà un margine di profitto
fino al 10%.
L'OPINIONE DI REGALGRID
Per i provvedimenti articolati e complessi che vanno ad impattare su aspetti cruciali per l’economia nazionale e toccano filiere che coinvolgono molti operatori, come quelle dell’energia e dell’edilizia, si possono riscontrare varie luci o alcune ombre a seconda del punto di vista che si utilizza. Anche il Superbonus del Decreto Rilancio non fa eccezione, e in questo caso, per noi di Regalgrid le luci sono di gran lunga superiori rispetto alle ombre.
Le luci sono subito riconoscibili per il coraggio e la generosità dell’intervento, un tentativo di rivitalizzare un settore in difficoltà come quello edilizio, in un paese dove la maggior parte degli edifici, anche di gran pregio, sono purtroppo obsoleti da un punto di vista energetico. E questo tentativo è indubbiamente ancor più lodevole, perché usa la leva tecnologica dei nuovi materiali per la coibentazione, in combinazione alle energie rinnovabili di generazione fotovoltaica con accumulo. L’uso abbinato di inverter fotovoltaici e pompe di calore o colonnine per la ricarica di veicoli elettrici, come ulteriori esempi di opportunità incentivate, sono alcuni dei versanti sui quali Regalgrid è attiva con successo da tempo: il Decreto Rilancio qui coglie senz’altro nel segno.
L’aliquota di detrazione al 110% può addirittura costituire un richiamo fin troppo allettante a giudizio di alcuni e costituire un approccio molto costoso per il Paese, se paragonato all’approccio di altre nazioni nel medesimo intento che si sono mosse in maniera più conservativa. Ma è anche vero che il paese Italia nel suo complesso e nelle sue filiere ha bisogno di forti stimoli per muoversi, viceversa con la logica dei piccoli passi spesso si è visto appassire germogli promettenti. Ben venga a questo punto usare in maniera decisa e focalizzata le energie scaturite in reazione a una congiuntura così tragica come quella generata dalla pandemia.
Dal punto di vista di Regalgrid l’obbligo di cessione al GSE dell’esubero dell’energia generata e non autoconsumata non è un problema, anzi, poiché l’autoconsumo include anche quello collettivo, cioè quello conseguibile dalle possibilità appena disciplinate dal Decreto Milleproroghe di inizio marzo 2020.
Quindi tutto l’impegno di Regalgrid per realizzare le possibilità generate dalle nuove tecnologie di generazione, accumulo distribuito e condivisione di energia rinnovabile in comunità energetiche locali è solo premiata, sia dal provvedimento del Milleproroghe, sia dal Decreto Rilancio: non ci resta che cogliere tutte queste opportunità.