Nell’arco delle ultime settimane si è sempre più sentito discutere, argomentare, intervenire con riguardo ad un argomento di cui si sente parlare troppo poco rispetto all’importanza che merita, essendo infatti l’Italia uno dei paesi tra i primi posti in Europa nell’ambito dell’uso delle fonti rinnovabili: la transizione ecologica.
Che cos’è quindi la transizione ecologica, e in che cosa consiste?
E come si inseriscono le Comunità Energetiche in questo contesto?
Le domande sono molte, così come i dubbi, proviamo quindi a sciogliere qualche nodo.
Lo dice la parola stessa, TRANSIZIONE, un passaggio più o meno celere da una fase di stasi ad un nuovo e diverso equilibrio, da una posizione di sfavore ad una di favore e convenienza. Ebbene, la transizione ecologica è proprio questo, il passaggio da una situazione poco orientata al green, poco attenta ai consumi e agli sprechi, ad una di attenzione e cura di questi aspetti che impattano il nostro stile di vita e l’ambiente in cui viviamo, senza traumi né disguidi.
A queste condizioni, oggigiorno è impensabile scindere la transizione ecologica da quella energetica, considerando specialmente quanto la produzione energetica stessa derivi per la sua grande maggioranza da fonti di energia non rinnovabili e/o collocate all’estero: questo meccanismo fa da una parte sprecare risorse economiche per la compravendita di energia “estera” e dall’altra rinforza la grande opportunità di usufruire di una fonte che invece abbiamo disponibile gratuitamente e in abbondanza: il sole. Non a caso, infatti, proprio per l’alto irraggiamento solare della penisola e la presenza di un tessuto industriale altamente tecnologico, la filiera italiana fotovoltaica è molto sviluppata e potrebbe essere conduttrice della transizione energetica italiana. Anche grazie all’avvento di nuove forze di green circular economy, le comunità energetiche, che ben si interfacciano e sono complementari a questa filiera già esistente.
Infatti, la VERA CHIAVE DI SVOLTA della transizione ecologica per l’Italia, che al momento sta passando attraverso l’ottimizzazione dell’energia prodotta e consumata, già avviata dal passaggio della generazione elettrica da grosso concentrato a piccolo distribuito e che ha come base di origine la produzione da impianto fotovoltaico, vedrebbe la sua piena realizzazione proprio nell’abbinata comunità energetiche-impianti fotovoltaici e di accumulo distribuiti. Questo è un virtuoso esempio di circular economy, cioè di un’economia in cui gli sprechi vengono riutilizzati e in cui, in questo caso specifico, viene dato continuo valore e riciclo all’energia prodotta all’interno della comunità, evitando appunto sprechi ed esuberi energetici, che vengono invece ridistribuiti.
Secondo lo studio redatto per Legambiente da Elemens “Il contributo delle Comunità energetiche alla Decarbonizzazione in Italia: modelli attuali e futuri, stime di potenziale e pillole di benefici”, in un’ipotesi di pieno recepimento della direttiva RED II, le comunità energetiche infatti porterebbe un grande beneficio all’economia italiana perché creerebbero:
Se si parla di transizione ecologica è necessario fare un accenno al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), forse più noto con il tag Next Generation Fund, formulato come base per il piano di investimenti per raggiungere la neutralità climatica entro il 2030 e favorire la ripartenza economica post-COVID. In esso, il concetto di economia circolare e sostenibile e di transizione energetica sono due modelli che vengono presi a riferimento per il rilancio economico-produttivo del nostro bel paese.
Il piano di investimento italiano punta alla transizione ecologica come asset inscindibile e prospettiva inevitabile, tanto da riservargli 74,3 miliardi di € di interventi, ovvero il 37,9% del PNRR italiano, che si suddividerà secondo quattro grandi linee guida:
Le comunità energetiche diventeranno sempre di più un legame importante fra le quattro grandi linee guide che costituiranno le basi per il rilancio del nostro Paese, consentendo da una parte la riqualificazione degli edifici e la tutela e valorizzazione del territorio e dall’altra dando un aiuto fondamentale per la mobilità locale sostenibile. Insomma, saranno pilastri fondanti della transizione energetica.
Coniugare Transizione ecologica e Comunità Energetiche Rinnovabili è per l’Italia un must per almeno 3 motivi principali:
Quindi si capisce bene come l’avvento e sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili costituirebbe un vero toccasana per l’emergenza economica, sociale e ambientale che stiamo vivendo. Regalgrid è consapevole di ciò e si sta prodigando per far sì che le Comunità Energetiche siano disponibili a tutti e attuabili con vantaggio di tutti.